Regis, i fratelli del judo

NATI PER VINCERE DALL’AKYIAMA SETTIMO ALLA CONQUISTA DELL’EUROPA

C’è già chi si getta in audaci paragoni. Ad esempio quello con i fratelli Bruyere, l’ultima nidiata d’oro del judo torinese. Con una differenza non di poco conto: l’età, e sono quasi 10 anni in meno. Loro si chiamano Alessia e Andrea Regis e sono l’ultima novità della premiata ditta «Toniolo», quelli che all’Akyiama Settimo da quasi 30 anni sfornano campioni del judo. Sedici anni Alessia, quindici Andrea. E talento grande così.
L’ultima impresa porta la firma di Andrea. Sabato, agli europei cadetti di Miskolc in Ungheria ha vinto l’argento nei 66 kg. E pensare che era alla sua prima apparizione in un campionato d’Europa e combatteva contro avversari di un anno più grandi. Era sbarcato in Ungheria senza grandi ambizioni, solo la voglia di battere i judoka alla sua portata e cedere lottando contro i più forti.
Invece si è spinto fino in finale, dove la sua cavalcata si è arenata al cospetto di Timur Bedoev. Con lui non c’è stata storia. Prima, però, aveva messo in riga una truppa agguerrita di pretendenti a una medaglia. Quattro successi, sempre all’ultimo respiro, una manciata di secondi prima del gong finale. È andata così anche in semifinale, recuperata a un soffio dal baratro: sei secondi, gli ultimi, in cui è stato capace di spedire a casa il moldavo Bocan.
In finale, Bedoev gliele ha suonate di santa ragione. E Andrea un po’ c’è rimasto male. Perché questo ragazzo un po’ introverso, un pensierino all’oro lo aveva fatto eccome. Quando hai la vittoria nel sangue è difficile accontentarsi, anche se parti da outsider. Da tre anni è campione italiano della categoria, prima esordienti, ora cadetti. Ed è uno abituato ad arrivare primo anche tra i banchi di scuola del liceo Gioberti di Torino, nonostante il judo porti via tempo allo studio. C’è rimasto male, Andrea.
Anche perché è arrivato secondo non solo a Bedoev, ma pure a sua sorella.
Alessia il titolo europeo se l’era messo al collo l’anno scorso a Salisburgo, nei 57 kg. E allora non è difficile capire perché a Torino c’è chi, guardando i fratelli Regis, veda in loro la dinastia capace di emulare Francesco e Alessandro Bruyere. Lo spiega Pierangelo Toniolo, guru dell’Akyiama Settimo e fino a tre anni fa maestro dei Bruyere: «Sono arrivati qui insieme, Andrea aveva 5 anni, Alessia 7. Li ho visti crescere a suon di vittorie, costruite con grinta, senza arrendersi mai, che poi è il marchio di fabbrica dell’Akyiama. Hanno dedizione, voglia di vincere, modestia. Il futuro è nelle loro mani».
Intanto, però, a Settimo guardano l’albo d’oro europeo e se la ridono. A Miskolc l’Italia ha vinto due medaglie e una è quella di Andrea. L’anno scorso fu oro per Alessia e argento per Giovanni Carollo. Nel 2004 oro per Mauro Troisi. Cioè 4 medaglie su 6 vinte dall’Italia negli ultimi tre anni.
Akyiama non tradisce mai

 

La Stampa – 29/06/2006 – Rossi Andrea

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