Manuel Lombardo
“A piedi nudi sul tatami- quando il judo diventa uno stile di vita”
Ilaria Bianco
Dev’essere elettrizzante mettere a tappeto un atleta imbattuto. O almeno così dovrebbe essere. É quello che è capitato a Manuel Lombardo il 9 febbraio 2019, quando è riuscito a battere l’atleta giapponese Hifumi Abe, vincitore di un numero sconsiderato di gare.
La cosa ancor più elettrizzante è che Manuel aveva fatto il suo debutto in categoria seniores da un mese soltanto.
La stoffa del fuoriclasse non gli manca di certo.
La prima volta sul tatami risale a quando era poco più che un bimbo per imitare il fratello maggiore Daniel. E’ ciò che lui stesso racconta in un’intervista pubblicata su “Focus” nel novembre 2020: “Ho cominciato a 3 anni grazie a mio fratello Daniel che ha sei anni più di me. E’ stato il mio mentore, anche se ha smesso di praticare agonisticamente questa disciplina per avviare il suo studio di osteopatia e fare il papà. A lui devo la passione per il judo. A mio padre Salvatore e a mia mamma Giusi devo proprio tutto. Gestiscono insieme un’impresa di pulizie, hanno fatto molti sacrifici per aiutarmi. E non appena ho vinto il Grand Prix, tutti i miei risparmi li ho usati per regalare loro una nuova automobile. Un piccolo gesto che spero di ripetere molte altre volte in futuro”.

Da piccolino però, da semplice gioco di imitazione, il judo in breve tempo si trasforma in una vera propria passione.
Allenato da Massimo Toniolo nella celeberrima “Akiyama Settimo”, Manuel dopo soltanto un mese viene portato in gara, riuscendo a sconfiggere tutti gli avversari.
Con il tempo inizia a mietere una serie di successi e, sempre seguendo le orme del fratello Daniel, che consegue due lauree in scienze motorie ed osteopatia, nel 2015 diventa campione d’Europa cadetto under 18, nella categoria dei 60 kg.
Purtroppo, però, dopo poco tempo Manuel subisce un brutto infortunio alla schiena, che lo costringe al ritiro dalle gare per curarsi. I medici del Cto di Torino gli dicono che per lui la carriera judoista non ha futuro ma, come spesso accade, la diagnosi infausta si rivela fortunatamente non del tutto veritiera.
È infatti grazie al fratello osteopata che Manuel riesce a mettersi in sesto e a risalire la china, laurendosi vicecampione europeo juniores.
I successi di Manuel nel judo si rivelano essere molteplici, tanto che nel 2018 ha partecipato al mondiale di judo a Tokyo.
Durante il ritiro premondiale ad Ostia, però, succede qualcosa di imprevisto.
Il partner di combattimento, per disattenzione, gli provoca una frattura scomposta della mandibola.
Ma il giovane atleta non si perde d’animo e si fa operare d’urgenza.
In seguito al beneplacito del medico militare, Manuel Lombardo parte alla volta del Giappone per partecipare al suo mondiale.
Ed è proprio il 26 agosto che Manuel rincontra nuovamente Hifumi Abe e riesce a classificarsi soltanto quinto conseguentemente ad una dubbia decisione arbitrale.
Non ci si abbatte comunque, anche perché proprio grazie al quello stretto quinto posto dato dalle circostanze avverse Manuel arriva a conquistare 1000 punti di ranking list preziosi per le olimpiadi del 2020 proprio in quel di Tokyo.
Dopo i Gran Slam di Brasilia, Abu Dhabi e Tel Aviv in cui ha vinto la medaglia d’oro, Manuel scala rapidamente la ranking list olimpica e mondiale .
In breve viene definito la nuova star del judo internazionale: il suo video di presentazione su Youtube ottiene oltre 10.000 visualizzazioni in un solo giorno.
Riguardo la sua passione per il judo, Manuel afferma: “Io sono innamorato di questo sport. Ogni rinuncia, la disciplina ferrea, gli allenamenti fanno parte del percorso che ho scelto e che accetto. Anche se talvolta faccio fatica, soprattutto sul fronte dell’alimentazione, perché devo stare nel peso, visto che gareggio nella categoria 66 kg.” Dimostra una grande tempra e determinazione quando dice: “In questo sport conta la testa, nel bene e nel male. Penso sia il mio punto di forza. Combatto contro atleti preparati e determinati quanto me. La differenza la fa la voglia, che nel mio caso è fortissima. Come se facesse parte della mia natura”. E poi ancora: “La vita di un atleta è come una strada stretta e dritta: bisogna fare attenzione a non sgarrare. Ci vuole rigore e disciplina. Non c’è spazio per le concessioni, nemmeno quando una piccola deviazione del programma sembra una cosa da nulla, una piccola eccezione meritata”.
La dimostrazione del fatto che Manuel Lombardo il judo ce l’abbia nel sangue, sta in questa sua affermazione: “Non mi pesa rinunciare al divertimento, forse perché faccio questa vita da molto tempo. Oppure perché i miei amici alla fine sono tutti compagni dall’allenamento”. Lo spirito della competizione non gli manca, ma sa anche essere affettuoso: “Mi dispiace per molti di loro che si sono dedicati generosamente a questo sport per anni senza però riuscire ad ottenere i risultati che sto ottenendo io”.
E quando parla della partecipazione a quella che sarà la sua prima Olimpiade, dice: “Sono convinto che non abbia senso partecipare e basta. Mi piace fare ciò che faccio e lo faccio per vincere. Ma il mio obbiettivo, a essere sincero, è un altro: lasciare un segno tangibile nel judo ed essere guardato, un giorno, come quei campioni che ammiravo quando ero un ragazzino”.
Certamente quanto fino qui detto si è dovuto scontrare in breve con una dura realtà che ha portato a un rallentamento degli stili di vita e messo a dura prova tutti gli atleti e non del mondo: la pandemia del Coronavirus.
E proprio nel marzo 2020 tutti i giochi, tutti i programmi, tutti gli obiettivi vengono scossi, messi in dubbio, rallentati forzatamente e appesi a un filo.
Anche qui Manuel ha dimostrato di non voler lasciarsi abbattere dall’enorme catastrofe che ha colto indistintamente la vita di tutti e, in pieno lock-down, inizia a allenarsi sul terrazzo in cima al palazzo dove abita insieme ai genitori.
Allenamenti in solitudine, duri soprattutto dal punto di vista emotivo, ma necessari per tutelare la sua salute e quella dei suoi cari.
Anche la decisione del rinvio dei giochi olimpici all’anno successivo provocano sgomento e angoscia perché significherebbe allungare il periodo di preparazione olimpica e rimandare il sogno della vita.
Sono mesi duri al quale successivamente seguono periodi di strascichi non facili: per un anno quasi Manuel perde un po’ di se’, come in uno stato confusionale: partecipa nuovamente a Master senza lo smalto che lo ha sempre caratterizzato perdendo anche al primo incontro.
Come se ci fosse un libro tutto da riscrivere dalla prima pagina non ci si perde d’animo e Manuel si rituffa a capofitto negli allenamenti, nello studio di schemi, metodologie, periodi di piccoli/medi infortuni e fisioterapia.
Ma si sa, non può piovere per sempre.
Finalmente dopo un lungo periodo di allenamento nel suo Dojo di sempre e grazie del suo allenatore Pierangelo Toniolo agli Europei Seniores 2021 in Portogallo si laurea campione Europeo.
Ma non finisce qui. L’appetito (in questo caso la fame) vien mangiando e l’asticella ancora una volta viene alzata. Manuel decide di partecipare anche al Mondiale Seniores a Budapest il mese seguente a un mese e mezzo dal sogno olimpico.
Perché? E’ una domanda che sorge spontanea.
Perché non ci si accontenta di esser solo a un passo dall’olimpiade quando si è pronti a tentare il tutto per tutto, per divenire la leggenda personale di se stesso.
Manuel ha dimostrato tutto questo. La leggenda la vuole creare lui.
Il finale del Mondiale 2021 a Budapest dove Manuel conquista la medaglia d’argento che, seppur stretta, sempre pesante rimane, lo conosciamo tutti e sulla scia di questo risultato si continua a sognare…