La fatica è solo una sensazione che può essere sconfitta… Complimenti Maestro Marino!

Qualche giorno fa, al Maestro Marcolina è stato conferito il grado di Maestro Benemerito, in tale occasione abbiamo il piacere di presentarlo a coloro che non lo conosco e ricordare a tutti quanti le sua figura da Judoka e da uomo.

Ecco le parole del maggiore dei fratelli Toniolo, Raffaele.

 

Ciao Marino, mi spiace non essere questa sera allo Skorpion per partecipare alla tua lezione.

La mia memoria ormai mi inganna sull’anno esatto ma, il ricordo di quando mio papà portò me e mio fratello Massimo al Palazzetto “Le Cupole” a Torino a vedere i Campionati Italiani Seniores di Judo è ancora vivo.

Io forse ero cintura arancione e da poco avevo intrapreso la pratica di questo sport che avrebbe poi segnato così profondamente la mia vita.

Ci sedemmo sulle sedie rosse di quel palazzetto, che sicuramente anche tu ricordi, e cominciammo a guardare la gara. Tutto scorreva via in modo abbastanza tranquillo quando la nostra attenzione fu catturata da un “omone” con la barba che combatteva sul tatami più lontano da noi.

I nostri occhi non si staccarono più da quel tatami e non vedevamo l’ora che il Presidente di Giuria pronunciasse la fatidica frase che invitava quell’omone a salire sul tatami. Quell’omone eri tu …. Marino Marcolina.

Per noi guardare le tue evoluzioni a terra, il tuo uchi mata e la tua posizione sinistra diritta era un sogno, uno spettacolo. Vederti combattere suscitava in noi un misto di emozione ed ammirazione.

Alcuni spettatori davanti a noi raccontavano storie sul tuo conto che non facevano altro che accrescere la nostra ammirazione per te.

Qualche anno dopo, quando il nostro livello judoistico cominciava a crescere, ti continuavamo a vedere nei Palazzetti e per noi rimanevi sempre un “mito”.

 Alla fine degli anni ottanta ero un 71 Kg. di belle speranze e finalmente ti ho incontrato sul tatami, un tatami particolare: quello di Bertinoro. Chi ci è stato può ricordare l’intensità degli allenamenti e la fatica che facevamo ma tutti con estrema diligenza ed applicazione. Alle 6,30 l’ora di ne waza era veramente pesante ma io, non so se tu lo ricordi, avevo trovato il mio personale modo di vincere la fatica: ti invitavo al primo randori e dopo quel randori con te stavo bene tutto il giorno e non temevo più nulla, nemmeno la fatica.

Successivamente, grazie all’amicizia con Enzo e Giancarlo, sono venuto ad allenarmi con i miei fratelli Massimo e Pierangelo allo Skorpion ed abbiamo avuto modo di conoscere te ed i tuoi allievi ancora meglio.

Il nostro mito Marino Marcolina era li con noi sul tatami e si allenava con noi. Esperienze che mettono i brividi anche adesso.

Per me tu rappresenti l’immagine del judoka indomito e che non si arrende mai come hai sempre insegnato ai tuoi allievi.

Ti voglio ringraziare perché mi hai fatto capire che la fatica è solo una sensazione che può essere sconfitta.

Ti voglio ringraziare per aver formato diverse generazioni di judoka che hanno lasciato il segno nella storia del judo italiano.

Ti voglio ringraziare perché nelle società che ho allenato e continuo ad allenare (Akiyama Settimo Torinese e Ginnastica Triestina) il tuo esempio mi consente di trasmettere alcuni principi che ho imparato da te.

Credo che se quel giorno mio papà non avesse portato me e mio fratello Massimo al Palazzetto “Le Cupole” (Pierangelo era ancora troppo piccolo) la forza che ci abbiamo messo per costruire la nostra società non sarebbe stata così intensa e forse, chi lo sa, la duecentesima medaglia d’oro dello sport italiano alle olimpiadi non l’avrebbe vinta un judoka.

Grazie di tutto Marino e complimenti per la qualifica di Maestro Benemerito

 

Raffaele Toniolo

 

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