di Shirobei
Chi l’avrebbe mai detto? Nessuno… anzi io, io e tutti quelli che di “cognome” fanno AKIYAMA: per appartenenza o per fede. Perché nonostante tutto c’è chi, invidie a parte, prende l’Akiyama Settimo Torinese per modello, un esempio di crescita, ambizione, cambiamento e vittoria.
E i fatti ci danno ragione.
Lo scrivevo mesi fa “salirà sul tatami di Rio” ne era certo lui, Fabio, noi un po’ meno per scaramanzia più che altro, ma lui, che i piedi per terra non li ha mai tenuti ci ha fatto sognare e… su quel tatami ci è salito grazie alla sua sfrontatezza e ci sceso da campione, IL CAMPIONE.
Sotto le insegne di un gruppo sportivo che ha creduto nel lavoro di “casa nostra”, Fabio ha portato l’Akiyama Settimo Torinese in cima al mondo e con essa il Centro Sportivo Esercito e l’Italia che, nonostante tutto, nonostante il ritardo, si è accorta in extremis che lui, Elios Manzi e Matteo Marconcin esistevano. Già la loro olimpiade è stata un “last minute” azzeccatissimo, coronato da un oro tanto inaspettato quanto strepitoso: “soffrire” è stata la parola d’ordine dell’impresa di Fabio, una sofferenza che parte da lontano, da quegli anni difficili a scuola, dagli alti e bassi in carriera, dagli infortuni e da un quadriennio in cui era stato messo da parte, ipotecando il suo talento per Tokyo 2020.
Eppure…
Lui, ragazzo sfrontato consapevole che essere sfrontato fosse la sua arma migliore, ha messo tutti a tacere: lavoro, lavoro e ancora lavoro, con tanta fiducia in chi a sua volta gli ha dato fiducia hanno fatto la differenza. Certo, Fabio non è uno qualunque: “Fabio si nasce” , ma la sua storia dimostra che determinazione, caparbietà e un pizzico di follia pagano.
Essere un Akiyama significa essere un Fabio in potenza: ciascuno a modo proprio può essere un “piccolo Fabio” sul nostro tatami… allenarsi giorno per giorno, reagire ad infortuni e sconfitte a testa alta, lottare contro gufi e falsi amici, combattere per ottenere credibilità… A MODO NOSTRO, con il marchio che Massimo, Pierangelo e Raffaele ci hanno impresso, indelebile qualunque sia la nostra carriera, qualunque sia il nostro percorso di vita.
Grazie dunque a te Fabio che hai realizzato un sogno: il tuo, che per un po’ è stato anche nostro… Grazie ancora a te Fabio che ci hai insegnato che I SOGNI SI POSSONO REALIZZARE: basta crederci, lavorarci, fidarsi, non mollare…mai. Grazie anche ai nostri maestri, a quelle guide severe, a quegli uomini grandi che hanno fatto di questo tatami la loro e la nostra casa: la famiglia Toniolo che tra una tirata d’orecchie, una pacca sulla spalla e tanto lavoro ha permesso a Fabio di diventare IL PIU’ GRANDE TRA I GRANDI e a noi di crescere in questa avventura targata Akiyama.
Un ORO OLIMPICO… è proprio vero che da noi, l’impossibile diventa realtà.